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Rafic Hariri sia stato ucciso da un missile Ma indagheranno le prove e le ipotesi che puntano a Israele? di Christopher
Bollyn [l’originale è qui ] |
Fotografia: Ci è stato detto che questo è il risultato dell’auto-bomba che il 14 febbraio 2005 ha ucciso Rafic Hariri |
Nella sua ultima relazione del 25 settembre 2006, la Commissione delle Nazioni Unite “indagando” l’omicidio dell’ex-primo ministro del Libano Rafic Hariri, ha dichiarato che stava esaminando la teoria secondo cui quel capo popolare fosse stato ucciso da un missile a guida di precisione. Ma gli investigatori delle Nazioni Unite seguiranno veramente questa pista – se porterà a Israele?
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I fatti della scena del crimine indicavano la
possibilità che l’automobile di Hariri sia stata
bersaglio
di
un missile lanciato dal cielo che esplodendo ha poi lasciato
un
grosso cratere nella strada. “Le prove,” ho scritto
poco
dopo l’omicidio, “indicano che
l’attentato
dinamitardo contro Hariri potrebbe essere stato perpetrato utilizzando
un missile lanciato dal
cielo.”
Hariri potrebbe essere stato ucciso, io dico, dal noto metodo israeliano dell’“omicidio mirato” che l’esercito israeliano ha messo a punto e utilizzato per assassinare decine di capi della resistenza palestinese. Potrebbe essere stata utilizzata, per esempio, una bomba di 1.000 libbre [circa 450 chilogrammi, ndt] a guida di precisione a detonazione ritardata per colpire il veicolo di Hariri; quest’ipotesi è compatibile con le prove disponibili e spiegherebbe anche il cratere enorme che è stato lasciato nella strada. Sembra siano state utilizzate bombe penetranti ad innesco ritardato in alcuni dei più grandi attentati terroristici a bandiera falsa in Iraq, così come nell’attentato dinamitardo gigantesco alle torri di Khobar [nel testo, Khobar Towers] in Arabia Saudita nel 1996. In questi eventi la forma e le dimensioni del cratere sono prove forensi cruciali che andrebbero esaminate per determinare il tipo di bomba – o missile – che è stato utilizzato. Le prove forensi lasciate in questi attacchi, tuttavia, raramente vengono spiegate o esaminate da parte di quelli che sono mezzi di comunicazione di massa tutt’altro che indipendenti, i quali etichettano diligentemente tutti gli attacchi dinamitardi che avvengono in Medio Oriente come perpetrati da “attentatori dinamitardi suicidi” o da un’auto-bomba. Fotografia qui sotto:
Questa ripresa dall’alto del cratere formatosi
nell’attentato alle torri di Khobar mostra che i detriti
sono stati
proiettati verso l’alto, il che
implica che l’esplosivo è detonato sotto il terreno.
Alcune fotografie ad alta risoluzione si trovano in un
sito del governo statunitense, per esempio qui
e qui. L’ultima relazione da parte di un commissario delle Nazioni Unite sull’assassinio di Hariri, scritta da Serge Brammertz, ex-procuratore nazionale del Belgio, menziona per la prima volta l’ipotesi del missile lanciato dal cielo come una possibile spiegazione: “È in esame la validità di una ipotesi nuova, avanzata di recente alla Commissione dell’ONU, relativa alla lancio dal cielo del materiale che ha provocato l’esplosione,” è stato dichiarato dalla quinta relazione della International Independent Investigation Commission [letteralmente, Commissione d’inchiesta internazionale indipendente] (IIIC). Ecco l’ultimo
rapporto
delle Nazioni Unite sull’“indagine” su
Hariri: Se l’“ipotesi che la bomba provenisse dal cielo” venisse seguita, indagata, e dimostrata essere corretta, si verrebbe a ridurre il numero di possibili colpevoli e verrebbe escluso il governo siriano come sospetto. Le uniche nazioni in grado di effettuare un attacco aereo sono quelle con un’aeronautica molto avanzata e con l’accesso ai missili a guida di precisione più avanzati. In tal caso, i primi indiziati per l’omicidio Hariri dovrebbe includere gli Stati Uniti e Israele, con Israele in cima alla lista. L’altra ipotesi al vaglio della commissione è quella di un’“auto-bomba di grosse dimensioni” secondo cui un furgone Mitsubishi con a bordo circa 1.800 kg di esplosivo sarebbe stato responsabile dell’esplosione che ha ucciso Hariri e altre 22 persone in quella zona. LE PROVE La vera questione che gli investigatori si trovano ad affrontare è determinare quale di queste due ipotesi è supportata da prove. Le prove cruciali dalla scena del delitto si trovano dentro e intorno il grosso cratere nella strada largo circa 40 piedi [circa12 metri, ndt] e profondo circa 10 piedi [circa 3 metri, ndt] che è stato scavato dall’esplosione. Fotografia qui sotto: Il cratere scavato dell’“auto-bomba” che ha ucciso Rafic Hariri il 14 febbraio 2005 e proiettato detriti presenti sotto la superficie del terreno. |
L’ultima relazione di Brammertz, datata 25
settembre
2006,
discute della quantità di esplosivo utilizzata e dice che
una relazione
precedente “suggerisce che la quantità usata per
produrre
un
cratere di quelle dimensioni” sarebbe “equivalente
a circa 500 kg
[1.100 libre] di tritolo se l’IED
[ordigno esplosivo improvvisato]
fosse stato collocato a 1,7 metri [circa 6 piedi]
di profondità nel sottosuolo,
o
equivalente a 1.200 kg [2.640 libre] di tritolo se posto
appena
sopra la superficie del terreno, oppure equivalente a 1.800 kg [3.960 libre]
di
tritolo se posto a circa 0,80 metri [31 pollici] sopra il terreno.”
Va notato che la stima di 1.800 kg riportata nel rapporto Brammertz per le dimensioni dell’auto-bomba, è tanto bassa da risultare ridicola. Uno studio russo sulle esplosioni che avvengono sulla superficie del terreno in diversi mezzi indica che sarebbe stato necessario come minimo dalle 5 alle 10 tonnellate di tritolo per creare quel cratere. Una tonnellata equivale a 1.000 kg o 2.200 libre. La dimensione effettiva della quantità di esplosivo necessaria per generare un cratere come quello, dai 5.000 ai 10.000 kg, suggerisce che l’ipotesi fatta dagli investigatori delle Nazioni Unite secondo cui si sarebbe trattato di un’auto-bomba è estremamente improbabile. Keith A. Holsapple, un esperto di crateri presso l’Università di Washington, ha esaminato le fotografie del cratere generato a Beirut per la mia ricerca iniziale sull’omicidio di Hariri. “Non c’è dubbio,” ha detto Holsapple, “che la bomba, se fosse stata presente a bordo di un veicolo e quindi fosse esplosa sopra la superficie del terreno, sarebbe dovuta essere di almeno svariate tonnellate.” “Se fosse stata usata un’arma a penetrazione,” ha detto Holsapple, “il peso sarebbe stato dell’ordine di 1 tonnellata, a meno di un fattore due.” Un’arma a penetrazione è una bomba lanciata da un aereo, come quelle di tipo di bunker-buster (*), con un sistema di guida automatica progettata per penetrare la superficie prima di esplodere. Nel cratere sono visibili molti altri indizi contrari all’ipotesi del camion bomba o che confutano quell’ipotesi. Il primo è che il cratere sembra essere stato scavato piuttosto che essere stato generato da una pressione sul terreno. Ciò suggerisce che l’esplosione sia avvenuta a una certa profondità nel terreno e che abbia creato il cratere proiettando in alto la sabbia presente sotto la strada. Una fotografia della colonna di fumo che si sollevava dal punto dell’esplosione sembrerebbe confermare questa ipotesi. Si presenta con uno sbuffo chiaro di color sabbia nella parte superiore, il che indica che la detonazione si è verificata nella sabbia sotto la strada su cui viaggiava il corteo di Hariri. La prima cosa che è stata proiettata in aria è stata la sabbia in cui si è verificata la detonazione. (*) Le bunker buster sono bombe progettate per colpire bersagli nel sottosuolo o fortemente rinforzati. |
Il fumo dall’“auto-bomba” che ha ucciso Rafic Hariri il 14 febbraio 2005 |
Le fotografie del cratere mostrano anche che i tubi presenti
sotto
la strada sono stati lanciati verso l’alto. Questo fatto
supporta
l’ipotesi che il cratere sia stato provocato da una
detonazione
avvenuta sotto
la strada.
C’è poi l’automobile danneggiata che si vede sul bordo del cratere. Se a creare quell’enorme cratere fosse stato un camion-bomba munito di diverse tonnellate di esplosivo, sembra altamente improbabile che di quell’automobile sarebbe rimasto molto e che sarebbe rimasta sul ciglio del cratere. L’inchiesta delle Nazioni Unite presenta anche
un
problema serio di
credibilità perché sembra essere più
politica che
altro. Jürgen Cain Külbel, un ex-investigatore
della Germania dell’est che ora lavora come giornalista, in
un’intervista a Silvia Cattori
per Voltairenet
ha smascherato gli “investigatori”delle Nazioni
Unite come disonesti:
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Detlev Mehlis [ebreo, ndt], il tedesco in capo
all’indagine sull’attentato dinamitardo del 1986
alla discoteca La
Belle, è stato il primo commissario
delle Nazioni Unite per il caso Hariri. Mehlis ha lavorato a stretto
contatto con il servizio segreto israeliano sul caso Hariri; un caso per il quale
il servizio segreto israeliano va considerato il sospettato principale.
“Durante caso il «La Belle»,” Külbel ha detto, “[Mehlis] era lì [in USA] nel 1996 per ottenere qualcosa, o in viaggi per andar a sciare con membri della CIA, lì su ad Aspen, nel Colorado? Mehlis è ovviamente uno strumento dei servizi segreti. Senza di loro non potrebbe e non avrebbe potuto pasticciare all’interno di queste aree sensibili della politica sporca. Questo è sicuro come l’amen in chiesa. Credete che le grandi potenze siano così sciocche da sprecare tempo con esaminatori «onesti» spinti da un impulso ingenuo di cercare la verità? “Tornando ai suoi collegamenti con i servizi segreti israeliani: Mehlis ha iniziato il suo “lavoro” con l’UNIIIC (la commissione ONU per l’omicidio di Hariri) nel maggio 2005. Alcune settimane dopo, il 20 luglio, il quotidiano francese Le Figaro gli ha chiesto: “Perché ha chiesto aiuto a Israele e alla Giordania?”; Mehlis ha risposto: “È noto che gli israeliani possiedono buone attrezzature di sicurezza, soprattutto in termini di tecnologia. Abbiamo chiesto loro di fornirci i dati relativi all’assassinio e ci hanno dato informazioni buone.” “Più tardi, nel suo primo rapporto del 19 ottobre 2005, ha detto nella prefazione, paragrafo 19:” È deplorevole che nessuno stato membro abbia comunicato tali informazioni utili alla commissione.’ Mehlis non dice la verità. Perfino la stampa israeliana ha scritto che agenti dei servizi segreti israeliani si erano incontrati con la sua squadra in Europa. “Ma mi permetta di fare un’osservazione a proposito di Israele,” ha detto Külbel, “Ibrahim Gambari, sottosegretario generale per gli affari politici presso le Nazioni Unite, in realtà ha detto, alla fine dell’agosto 2005, che Mehlis aveva instaurato un buon rapporto di lavoro con Israele e Giordania,” non tuttavia con la Siria. Una vera e propria battuta, considerate tutte quelle reti del Mossad che sono state smascherate quest’anno in Libano e che per anni hanno perpetrato attacchi con auto-bombe, compiuto omicidi, e diffuso terrore. La cosa però non interessa a nessuno alle Nazioni Unite nell’ambito della questione Hariri. Bisogna chiedersi: a che cosa serve allora questo gruppo di persone con sede a New York? Sam Hamod, un esperto in affari del Medio Oriente, in occasione dell’assassinio di Hariri ha scritto: “Dobbiamo fare come si fa negli altri casi criminali e cioè vedere chi ha giovato maggiormente dall’assassinio del primo ministro libanese Hariri. I libanesi avevano molto da perdere, così come i siriani” “Ovunque guardiate, noterete che nessun altro aveva
qualcosa da guadagnare ad eccezione di Israele e degli Stati
Uniti,” ha detto Hamod. “Gli Stati Uniti hanno puntato il
dito rapidamente contro la Siria, al pari di Israele, il che equivaleva
a condannare se stessi, perché sono gli unici due paesi che
avrebbero interesse a creare disordini in Libano.” Per ulteriori informazioni, anche il sito internet Judicial-inc riporta un
articolo sull’“auto-bomba” che avrebbero
ucciso Hariri: |
Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |