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plasma l’opinione degli statunitensi sull’attentato dell’11 settembre di Christopher Bollyn 25 maggio 2006[l’originale è qui ] Perché i mezzi di comunicazione di massa sopprimono prove essenziali relative all’attacco dell’11 settembre?
Da quell’11 settembre 2001 sono stati realizzati numerosi programmi televisivi e sono stati scritti vari libri a sostegno della versione ufficiale dell’attentato dell’11 settembre; il 2006 però segna l’uscita dei primi principali film a sostegno di quella versione. Come coordinati da una mano invisibile, quest’anno sono uscite tre produzioni notevoli, ciascuna incentrata sui luoghi diversi [che sono stati scenario dall’attacco dell’11 settembre]. Un recente sondaggio della Zogby [International] rivela che meno della metà degli americani crede alla saga ufficiale sull’attentato dell’11 settembre. Il sondaggio condotto a livello nazionale [negli USA] a metà maggio ha rilevato che il 52 per cento della popolazione pensa che il governo e la Commissione sull’attacco dell’11 settembre da esso nominata abbia ignorato le prove che contraddicono la versione ufficiale. La Commissione sull’attentato dell’11 settembre, per esempio, non ha menzionato - e tanto meno indagato - il crollo inspiegabile dell’edificio 7 del World Trade Center, di 47 piani e di proprietà [o meglio, in affitto a lungo termine, ovvero in leasehold, ndt] di Larry Silverstein. Questa omissione palese aiuta a spiegare perché quasi la metà della popolazione degli Stati Uniti non è a conoscenza del crollo dell’edificio 7 per modalità simile a quello delle demolizioni [controllate] avvenuto nel tardo pomeriggio di quell’11 settembre, un evento chiave che ha sconcertato gli ingegneri strutturali e che raramente viene anche solo menzionato dai principali mezzi di comunicazione di massa. Le numerose testimonianze di esplosioni nel World Trade Center prima e durante i crolli sono un altro aspetto cruciale dell’attacco dell’11 settembre che è stato censurato dai mezzi di comunicazione di massa. Il flusso di metallo fuso che fuoriusciva dalla torre sud prima del crollo e gli impulsi di pressione e gli sbuffi di fumo bianco che hanno preceduto ciascun flusso di metallo fuso sono descritti in dettaglio nella relazione finale pubblicata dal National Institute of Standards and Technology (*) (NIST) nel settembre 2005. I filmati e le prove della presenza di questo metallo fuso che cola dall’81° piano non sono stati mostrati né discussi dai principali mezzi di comunicazione di massa. I dati del rapporto del NIST sul metallo fuso costituiscono prove scientifiche che una forma di termite per la fusione dell’acciaio sia stata utilizzata nella distruzione del World Trade Center. La reazione della termite, che taglia l’acciaio come farebbe un coltello caldo con il burro, produce ferro fuso, ossido di alluminio, fumo bianco, e temperature estreme di [quasi] 5400 °F [quasi 3000 °C, ndt]. L’impiego della termite spiegherebbe la presenza di zone calde persistenti che bruciavano sotto le macerie per settimane dopo l’attacco. Il punto più caldo tra le macerie è stato l’angolo orientale della torre sud, dove era stato visto il maggiore flusso di metallo fuso immediatamente prima del crollo. Similmente c’è stata la persistenza di punti caldi sotto le macerie della torre nord e dell’edificio 7. La censura da parte dei mezzi di comunicazione di massa di tali elementi di prova critici indica che i mezzi di comunicazione di massa tutt’altro che indipendenti sono prendono parte all’insabbiamento deliberato del peggior attacco terrore nella storia degli Stati Uniti. Il sondaggio della Zogby [International] rivela che la maggioranza degli statunitensi semplicemente non crede alla versione del governo strombazzata dai principali mezzi di comunicazione di massa. Alla domanda se i mezzi di comunicazione di massa hanno trattato adeguatamente le domande senza risposta sull’attacco dell’11 settembre, il 55 per cento ha risposto in senso negativo. (*) Il National Institute of Standards and Technology, letteralmente Istituto nazionale dei livelli di riferimento e della tecnologia, è un ente statunitense incaricato anche di lavorare sui livelli di riferimento per le misurazioni con lo scopo di migliorare la sicurezza e la qualità della vita. Allora, perché i principali mezzi di comunicazione di massa sopprimono prove essenziali sull’attentato dell’11 settembre? Chi ha il controllo dei mezzi di comunicazione di massa e chi è responsabile della creazione della propaganda a sostegno della versione ufficiale? Il film United 93 È già uscito il primo film sull’attacco dell’11 settembre, United 93, prodotto dalla Working Title Films con sede a Londra a Oxford Street, una controllata britannica della Universal Pictures. Il film, diretto da Paul Greengrass, è stato prodotto da Liza Chazin, Lloyd Levin, Eric Fellner, Debra Hayward, e Tim Bevan. “La domanda finale” sollevata dal film, ha dichiarato Greengrass al The Jewish Exponent, è: “Come facciamo ad affrontare il dirottamento jihadista dell’Islam?”
Il secondo film in uscita, che arriverà nelle sale cinematografiche in agosto, sarà World Trade Center, prodotto dalla Paramount Pictures di Hollywood e diretto da Oliver Stone. La Paramount Pictures è una controllata di Viacom, a sua volta controllata da Sumner Redstone Murray.
È in fase di produzione Pentagon 9/11, un documentario televisivo della Admiralty Productions, Ltd. con sede a Fairfax Station, nella Virginia. Questo filmato sarà il primo della Admiralty Productions, Ltd. Joel M. Ratner, presidente e fondatore di Intermedia Development Corp., è responsabile per la produzione e la regia del documentario. I co-produttori della Admiralty Productions, Ltd. sono William Thompson (della Marina Militare statunitense; in pensione), Edward A. Shackleford, un avvocato con sede nella Virginia, e Michael R. Dickerson, professore di comunicazione specializzato in questioni militari presso l’università George Mason University. Queste produzioni, oltre a sostenere la saga ufficiale con storie emozionanti di sofferenze e di eroismo, hanno un punto in comune. Sebbene a causa della segretezza sia difficile ottenere informazioni biografiche su coloro che stanno dietro questi film, è chiaro che nei ruoli chiave ci sono ebrei britannici e statunitensi, molti con forti legami con Israele, la nazione da cui provenivano gli oltre 200 sospettati arrestati in relazione all’attacco dell’11 settembre. Per esempio, a controllare Viacom, la quale controlla la Paramount Pictures che è lo studio di produzione del film World Trade Center, è Sumner Redstone, il quale è il presidente della Viacom e della CBS Corporation. “Sono io Viacom,” ha detto Redstone. L’impero di Redstone nel settore dei mezzi di comunicazione di massa comprende Comedy Central, Showtime, CBS, MTV, Nickelodeon, e BET. Sumner è figlio di Max Rothstein, che ha cambiato nome in Michael Redstone. La presenza di Rothstein padre nel mondo dello spettacolo è iniziata quando acquistò quello che era il Latin Quarter, un locale notturno [nel testo, nightclub] aperto da Lou Walters [ebreo, ndt], il padre del personaggio televisivo Barbara Walters. Lou Walters era un socio in affari di Elias M. Loew [anch’egli giudeo, ndt], il fondatore di Loew, il noto impero di teatri e alberghi. Rothstein ha aperto uno dei primi teatri drive-in negli Stati Uniti e ha costruito una catena di teatri negli anni 1940; è stato anche uno dei fondatori della Università Ebraica di Gerusalemme. Ci sono prove abbondanti che il giorno dell’attentato dell’11 settembre il Mossad, ovvero i servizi segreti israeliani, sapesse in anticipo che ci sarebbe stato l’attacco, ma non avvertì l’amministrazione della città di New York, cosa che avrebbe potuto salvare migliaia di vite. Ignorando le prove del coinvolgimento israeliano, una rete di sionisti determinati sta esercitando un’influenza indebita sui mezzi di comunicazione di massa e sul governo statunitense, oltre a manipolare gli eventi storici relativi all’attentato dell’11 settembre per perseguire i loro piani.
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Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |